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I docenti

Roberta Bosetti e Renato Cuocolo/ IRAA Theatre

Fondata a Roma nel 1978 da Renato Cuocolo la compagnia Cuocolo/Bosetti – IRAA Theatre si è trasferita a Melbourne nel 1988 dove a partire dal 2000 presenta Interior Sites Project, composto da 16 performance differenti. Grazie a questo progetto la compagnia riceve importanti riconoscimenti internazionali ed è considerata la principale compagnia australiana d’innovazione, in ambito teatrale. Nel 2012 ha aperto una sede anche in Italia, a Vercelli, dove con il contributo dell’Australia Council di alcuni importanti festival teatrali italiani, presenta lavori nuovi e di repertorio.

 

Gli spettacoli della compagnia sono allestiti spesso in spazi non teatrali, case ed hotel dove vivono, o strade, gallerie d’arte, esponendo lo spazio domestico allo sguardo dello spettatore-ospite alla ricerca di un’impossibile geografia dell’intimità. Basandosi sulla rielaborazione di elementi presi dalla loro vita, Cuocolo/Bosetti costruiscono una poetica in cui realtà e finzione si sovrappongono, mettendo in discussione la separazione tradizionale tra attore e personaggio, ma anche i limiti tra performance e realtà, tra arte e vita, tra finzione e autobiografia. I loro allestimenti non sono mai scenografie ma “trappole per la realtà”.

Stefan Kaegi

Kaegi co-produce opere con Helgard Haug e Daniel Wetzel, sotto il nome Rimini Protokoll. Attraverso la ricerca, call pubbliche e processi concettuali danno voce a persone “esperte” che, pur non essendo attori professionisti, hanno comunque qualcosa da dire. I loro ultimi lavori includono Situation room, una multi-player-video-piece, lo spettacolo 100% São Paulo che prevede la presenza sul palco di 100 cittadini locali e World Climate Conference, simulazione di una conferenza delle Nazioni Unite per 650 spettatori presso la Schauspielhaus di Amburgo. Utopolis, opera site-specific con 48 altoparlanti portatili è stata inaugurata in occasione del Manchester International Festival.

Il Centro Culturale Contemporaneo di Barcellona ha recentemente presentato la loro eco-istallazione win < > win e al momento stanno producendo l’installazione immersiva Urban Nature

Stefan Kaegi ha base a Berlino, produce esperienze di “teatro documentario” e lavora nello spazio pubblico avvalendosi di collaborazioni di varia natura. Ha girato l’Europa e l’Asia con due camionisti bulgari in un camion convertito in una sala per il pubblico (Cargo Sofia). Ha adattato Remote X, un audiotour con 50 cuffie, in diverse città da Taipei a Santiago de Chile. Ha portato in tournée l’installazione interattiva Nachlass, che racconta delle persone che non hanno molto tempo da vivere, il monologo per un androide Uncanny Valley e Temple du présent, pièce con un polipo vivo sul palco.

Roberto Paci Dalò

Roberto Paci Dalò, compositore e musicista (clarinetti/live electronics), cineasta, regista teatrale, artista visivo e sonoro, autore e radiomaker attivo da anni sulla scena internazionale, crea il suo lavoro partendo dal suono e dal disegno, allargandosi poi alla scultura, installazione, musica, film, performance e progetti collaborativi, tra istituzione, scena indipendente e cultura pop. Nel definire la propria opera Paci Dalò ha coniato le definizioni: drammaturgia mediatica e teatro dell’ascolto. Pioniere nell’uso di Internet e nell’integrare tecnologie analogiche e digitali, le sue aree di lavoro comprendono: trasmissione radio, reti telematiche, persistenza della tradizione classica nella contemporaneità, psicoacustica, robotica, cibernetica, interazione uomo-macchina, elaborazione suono-immagine in tempo reale, cartografia sonora, musica (dalla musica antica a cose nuove) sul palco, persistenza della tradizione classica nel tempo presente,

rapporto immagine e suono, cultura digitale, interazione, linguaggi del corpo, design sociale, progetti per lo spazio pubblico e progetti site-specific, collaborativi e partecipativi. Paci Dalò è attivo come (clarinetti/elettronica/campionatore) impegnato anche in collaborazioni e musiche improvvisate.
Paci Dalò ha scritto, composto e diretto circa 40 opere teatrali e musicali presentate in tutto il mondo e creato un corpus di opere cinematografiche e video innovative regolarmente proiettate in festival internazionali. È fondatore e direttore del gruppo di arti performative e casa di produzione Giardini Pensili e ideatore e direttore di Velvet Factory – spazio per le arti (Rimini, Italia). È stato professore all’Università di Siena (Italia) insegnando Media Drammaturgia e Nuovi Media. Altre collaborazioni includono: Domus Academy Milano, La Sapienza Roma, Università di Bologna, UBC Vancouver, Università di Newcastle / CultureLab, Aarhus University (DK). Attualmente è professore di Interaction Design presso l’Università di San Marino.

Fabrizio Sinisi

Fabrizio Sinisi, è drammaturgo, poeta e scrittore. Si laurea in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” dove conseguirà anche il dottorato di ricerca con una tesi dal titolo Lettura del teatro di Diego Fabbri. Nel 2011 diventa il dramaturg della Compagnia Lombardi-Tiezzi di Firenze e l’anno successivo esordisce come autore con il dramma in versi La grande passeggiata (Bari, Teatro Royal). Il testo viene pubblicato in anteprima a cura di Rodolfo Di Giammarco e Rossella Porcheddu nel volume New Writing Italia (Editoria & Spettacolo, Roma 2014) e selezionato dall’Istituto Italiano di Cultura di New York all’interno del progetto Italian Playwrights. 

Nel 2015 il suo Jekyll ottiene la segnalazione tra i finalisti del Premio Riccione Tondelli, del Premio Testori e del Premio Platea. Nel 2018 il suo testo Guerra Santa, rappresentato presso il Centro teatrale bresciano, vince il premio Giovanni Testori.

Da anni collabora con i principali registi, teatri e festival italiani e le sue opere sono state rappresentate in Croazia, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Romania e Svizzera. Collabora stabilmente con le testate letterarie e teatrali “Doppiozero” e “Domani” ed è membro del Comitato Scientifico della Collana Hypocrisis: Poesia Teatro Traduzione di Carocci Editore. Attualmente è dramaturg della Compagnia Lombardi-Tiezzi, del Teatro Laboratorio della Toscana e dramaturg residente presso il Centro Teatrale Bresciano –Teatro Stabile di Brescia.

Stefano Tè

Stefano Tè è regista, direttore artistico e formatore in ambito teatrale e socioculturale. Diplomato presso l’Accademia Pietro Scharoff di Roma, nel 2005 ha fondato a Modena il Teatro dei Venti. Produce spettacoli e realizza tournée in Italia, Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Croazia, Serbia, Romania, Lituania, Montenegro, Argentina, Taiwan, India. Dal 2006 conduce progetti teatrali ed è attivo nella produzione di spettacoli nel Carcere di Castelfranco Emilia e successivamente anche in quello di Modena. Nel 2009 è tra i fondatori del Coordinamento Teatro Carcere Emilia- Romagna. Dal 2012 è direttore artistico di Trasparenze Festival e Residenze. Nel 2019 ha debuttato con lo spettacolo Moby Dick, punto di arrivo della sua ricerca

 

artistica, votata a un teatro fortemente radicato negli spazi urbani, in stretta relazione con le comunità attraversate. Lo spettacolo è stato insignito del Premio Ubu 2019 per l’allestimento scenico e del Premio Rete Critica per la progettualità/organizzazione. Nel 2020 ha avviato la creazione dello spettacolo “Odissea”, performance che attraverserà le Carceri di Modena e Castelfranco Emilia e diversi spazi urbani delle due città (debutto previsto luglio 2021).Sempre dal 2020 dirige le progettualità dell’Ostello Podesteria di Gombola, nell’Appennino Modenese, centro culturale aperto alla ricettività turistica e alla residenzialità artistica in relazione con il territorio. È direttore artistico di BASE Learning Machine, Laboratorio di formazione permanente al servizio della città, del quartiere e dei professionisti delle industrie creative, Milano.